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April 20, 2016

“Parallel States” Reviewed by MusicZoom in Italy

Parallel StatesVittorio Lo Conte posted a nice review of Parallel States on the Italian MusicZoom website.

“Si nota subito la sua enorme preparazione e la capacità di variare, da un brano all’altro, mostrando una cultura enciclopedica su quella che è la storia del piano jazz…”

Album Review

by Vittorio Lo Conte
MusicZoom (http://www.musiczoom.it/?p=25691#.Vxb9qHCsig6)
16 April, 2016

Il piano solo dell’americano Matthew Fries è un’esperienza condivisa con la sorella Loryin Spangleer-Jones. Ambedue hanno lavorato per creare un progeto di musica ed arte, ispirandosi reciprocamente, lui von la musica, lei con la pittura. Uno sviluppo in parallelo che viene trasmetto all’ascoltatore all’interno del booklet e in copertina, dove ci sono quattro dipinti, ma sul suo sito si può vedere l’intera serie, nove dipinti abbinati ai brani. Fries è un epserto pianista che ha già vinto l’importante Great American Jazz Piano Competition ed il cui disco d’esordio risale al 2001. da allora ha continuato lavorando a vari progetti, spesso in trio, ma anche come accompagnatore di cantanti e (Dee Dee Bridgewater e Stacey Kent) e nomi importanti del jazz contemporaneo come Terrell Stafford o Vincent Herring. Attualmente ha anche un delizioso progetto in trio su un piano elettrico vintage che ci riporta ad una sonorità che era quasi scomparsa sopo i fasti della fusion anni ’70. Il piano solo di questo disco, completamente acustico, lo vede in forma, per lo più impegnato su ritmi di metronomo medio lenti, piuttosto comunicativo in quello che propone. Si nota subito la sua enorme preparazione e la capacità di variare, da un brano all’altro, mostrando una cultura enciclopedica su quella che è la storia del piano jazz. The Sweet Life è un brano radicato nella tradizione, con accenti boppistici eleganti ed aggraziati. Positive Attitude è invece ispirato da colleghi come Thelonious Monk o Mal Waldron. Un brano realizzato in modo minimalista, poche note ma tanto feeling. Altrove invece lo sguardo si rivolge altrove, all’Europa, a motivi che sembrano venire da una canzone pop, Garden, ad esempio, oppure The Man from Memphis ma sempre con l’eleganza e la raffinatezza che lo contraddistingue. Whirl è il brano che ha l’omonimo titolo del dipinto in copertina, due arti, musica e dipinti, che si ispirano a vicenda. È un brano dall’andamento moderno e sognante. Così il finale, Kerrie, una ballad delicata di un minuto e mezzo che suona quasi come un aforisma che chiude il disco.

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